Cloralio
Il cloralio (o tricloroacetaldeide) è un composto chimico avente formula C2HCl3O e numero CAS 75-87-6. A temperatura ambiente si presenta come un liquido oleoso, incolore e irritante, dall'odore pungente.
Il cloralio reagisce con l'acqua per formare l'idrato di cloralio, una volta usato come sedativo e ipnotico.
Storia
Il cloralio venne sintetizzato per la prima volta nel 1832 da Justus von Liebig.[1]
Produzione
Il cloralio viene prodotto per clorurazione dell'etanolo.[1]
Viene inoltre prodotto come intermedio nella sintesi di vari prodotti, ad esempio per il DDT.[1]
Commercialmente, il cloralio si produce con la clorurazione dell'acetaldeide in acido cloridrico, che produce idrato di cloralio. Questa reazione è catalizzata dal tricloruro di antimonio:
L'idrato di cloralio è distillato dal miscuglio prodotto dalla reazione. Il distillato è dunque disidratato con acido solforico concentrato, dopo di che il livello dell'acido, il quale contiene l'acqua, verrà rimosso:
Il prodotto di questa ultima reazione è purificato tramite distillazione frazionata.[2]
Reazioni tipiche
Il cloralio tende a reagire con l'acqua (formando idrato di cloralio) e con gli alcoli.
Oltre la sua tendenza ad idratarsi, il cloralio è un importante precursore nella sintesi del DDT. Per utilizzare il cloralio al fine di produrre DDT, lo si tratta con il clorobenzene in presenza di una quantità catalizzatrice di acido solforico:
Questa reazione è stata descritta da Othmar Zeidler nel 1874.[3] Anche l'erbicida dimetossi-DDT è prodotto a partire dal cloralio.
Trattando il cloralio con idrossido di sodio si ottiene cloroformio e formiato di sodio:
Il cloralio è ridotto facilmente a tricloroetanolo, che è prodotto dal corpo tramite il cloralio stesso.[2]
Applicazioni
Viene impiegato per la produzione dell'idrato di cloralio.
Sicurezza
Il cloralio e l'idrato di cloralio hanno le stesse proprietà biologiche dato che il primo si idrata rapidamente. L'idrato di cloralio era normalmente somministrato ai pazienti senza effetti latenti. L'esposizione prolungata ai vapori è comunque dannosa, con una LD50 per un'esposizione di quattro ore di 440 mg/m3.[2]
Note
Altri progetti
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