Teoremi di Sylow

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In algebra, i teoremi di Sylow sono dei risultati fondamentali della teoria dei gruppi finiti, che permettono la scomposizione di gruppi in sottogruppi il cui studio è più facile.

Essi affermano quanto segue. Sia G un gruppo finito di ordine n (ovvero costituito da n elementi). Sia p un numero primo. Allora per ogni potenza m=pr di p che divida n esistono sottogruppi di G di ordine m. Inoltre, se m è la massima potenza di p che divida n, allora i sottogruppi di G di ordine m sono coniugati fra loro.

Questi teoremi sono stati dimostrati per la prima volta nel 1872 da Ludwig Sylow, e pubblicati sulla prestigiosa rivista Mathematische Annalen.

Primo Teorema di Sylow

Enunciato

Sia G un gruppo finito, e sia |G| il suo ordine (ovvero il numero dei suoi elementi). Allora per ogni primo p ed ogni intero r tali che pr divida |G|, esiste un sottogruppo di G di ordine pr.

Dimostrazione

È sufficiente dimostrare il teorema per il più grande pr che divide |G|. Quindi scriviamo |G|=prm, denotando con m un intero positivo non divisibile per p. Denotiamo allora con X la collezione di tutti i sottoinsiemi di G formati da pr elementi:

X={SG | |S|=pr}.

La cardinalità di X non è divisibile per p. Infatti è fornita dall'espressione

|X|=(prmpr)=(prm)(prm1)(prmi)(prmpr+1)(pr)(pr1)(pri)1 .

Essa fornisce un intero non divisibile per p: infatti un divisore di |X| potrebbe provenire solo da fattori del denominatore della forma pri con i divisibile per p; per ciascuno di questi i scriviamo i=pqj, nella quale si intende che j non sia divisibile per p; nella espressione precedente si può quindi isolare il fattore

prmipri=prqmjprqj,

il quale non è in grado di fornire a |X| un fattore razionale contenente una potenza positiva di p; si conclude che è possibile semplificare il numeratore e il denominatore della precedente espressione per |X|, in modo da ottenere un'espressione che deve fornire un intero positivo il quale non è divisibile per p.

Definiamo un'azione di G su X:

G×XX(g,S)gS={gs|sS}.

Sia O(S) l'orbita di S tramite l'azione. Esiste sicuramente un S la cui orbita O(S) ha cardinalità non divisibile per p (poiché le orbite formano una partizione di X, e |X| non è multiplo di p).

Sia StabG(S) lo stabilizzatore di S. Applicando il teorema delle azioni si ottiene:

|G|=|O(S)||StabG(S)|.

Il numero pr divide |G|, ma p non divide |O(S)|: allora pr divide |StabG(S)|. Ne segue che

|StabG(S)|pr.

D'altra parte, fissato un elemento s in S, l'applicazione

StabG(S)S
ggs

è iniettiva. Quindi vale anche

|StabG(S)|pr.

Ne segue che StabG(S) è un sottogruppo di cardinalità pr.

Secondo Teorema di Sylow

Per enunciare il secondo teorema di Sylow, è utile definire i cosiddetti p-Sylow.

Definizione di p-sottogruppo di Sylow

Sia G un gruppo finito, e sia p un numero primo che divida l'ordine |G| di G. Sia |G|=pkm, con m non divisibile per p. (Dunque pk è la massima potenza di p che divide l'ordine di G.) Si definisce p-sottogruppo di Sylow (o semplicemente p-Sylow) di G ogni sottogruppo di G di ordine pk.

Enunciato

Sia G un gruppo, e sia |G|=pkm, con p ed m coprimi. Allora, tutti i p-Sylow di G sono coniugati, ovvero, detto Sylp(G) l'insieme dei p-Sylow di G, H,KSylp(G)gG:g1Hg=K.

Dimostrazione

Chiamiamo (per agilità di notazioni) A:=Sylp(G). Per mostrare che tutti i p-Sylow di G sono coniugati, basta mostrare che l'azione per coniugio sull'insieme A è transitiva, ovvero ha una sola orbita.

G×AA
(g,P)g1Pg

Procediamo per assurdo. Siano D1 e D2 due orbite distinte, e siano P un elemento di D1, Q un elemento di D2 e x un elemento di Q. Osserviamo che il coniugio di P tramite x, che indichiamo con Px=x1Px, è un elemento di D1. Dunque possiamo restringere l'azione a D1:

Q×D1D1
(q,P)q1Pq

Questa azione ha un numero r di orbite, che indichiamo con O(Pi), al variare di Pi in D1. Per l'equazione delle orbite, segue dunque che

|D1|=i=1r|O(Pi)|=i=1r|Q:StQ(Pi)|=i=1r|Q:NQ(Pi)|

dove l'ultima uguaglianza è giustificata dal fatto che in un'azione per coniugio lo stabilizzatore dell'elemento Pi è proprio il normalizzante in Q di Pi. Poiché gli stabilizzatori sono sottogruppi di Q e poiché Q è un p-Sylow, ogni orbita ha ordine o 1 o una potenza propria di p (è un'immediata conseguenza del teorema di Lagrange). Allo stesso tempo, poiché P appartiene a D1, possiamo dire che D1 è l'orbita di P nella prima azione che abbiamo definito. Dunque, |D1|=|O(P)|=|G:StG(P)|=|G:NG(P)|. Per il teorema di Lagrange, |G|=|G:NG(P)||NG(P)|=|G:NG(P)||NG(P):P||P|. Dunque, ne segue che |G:NG(P)||NG(P):P|=m. Dunque, |G:NG(P)| è un divisore di m e pertanto non è diviso da p. Dunque anche |D1| non è diviso da p, quindi gli addendi che compaiono nella sommatoria scritta precedentemente non possono essere tutti potenze di p (poiché altrimenti sarebbero divisibili per p). Da ciò segue che esiste almeno un j tale che |O(Pj)|=1. Questo significa che |Q:NQ(Pj)|=1|, e quindi che Q=NQ(Pj). Il che implica che QPj=PjQ, poiché q1Pjq=PjqQ. Dunque, QPjG e il suo ordine vale:

|QPj|=|Q||Pj||QPj|.

Il numeratore vale pkpk poiché entrambi appartengono ad A; al denominatore troviamo invece una potenza di p, con esponente strettamente minore di k, in quanto QPjQ e QPjPj. Ovviamente il denominatore non può valere pk, poiché se così fosse risulterebbe Q=Pj, ma questo non è possibile perché appartengono a due orbite che per ipotesi avevamo supposto distinte. Dunque, |QPj|=pz, con z>k. Ma questo è un assurdo, poiché QPjG. Dunque l'ipotesi che D1 e D2 fossero distinte è falsa, e l'azione è transitiva.

Terzo Teorema di Sylow

Il terzo teorema di Sylow fornisce importanti informazioni sul numero dei p-Sylow di un gruppo, utilizzando i concetti di divisibilità e di congruenza.

Enunciato

Sia G un gruppo, e sia |G|=pkm, con p ed m coprimi. Allora, detto np il numero dei p-Sylow di G, risulta:

  • np | m
  • np ≡ 1 mod p

Dimostrazione

Detto A:=Sylp(G), ovviamente np = |A|. Considerando PA, per il secondo teorema di Sylow risulta che |A|=|O(P)|, considerando l'azione per coniugio di G su A. Dunque, |A|=|G:StG(P)|=|G:NG(P)|, dove l'ultima uguaglianza segue dal fatto che lo stabilizzatore di P nell'azione per coniugio è proprio il normalizzante di P in G. Per il Teorema di Lagrange, |G|=|G:NG(P)||NG(P)|=|G:NG(P)||NG(P):P||P|. Dunque, poiché |P| = pk, |G:NG(P)| divide m. Poiché np = |A|, ne segue che np | m.

Rimane da provare la seconda parte della tesi. A tale scopo consideriamo QA e definiamo l'azione

Q×AA
(q,P)q1Pq

Questa azione ha un numero r di orbite, che indichiamo con O(Pi), al variare di Pi in A. Per l'equazione delle orbite, segue dunque che

|A|=i=1r|O(Pi)|=i=1r|Q:StQ(Pi)|=i=1r|Q:NQ(Pi)|

Tutte queste orbite hanno lunghezza o 1 o una potenza propria di p. Osserviamo innanzitutto che O(Q)=O(Ps)s{1,,r} e che |O(Ps)|=|Q:NQ(Ps)|=|Q:NQ(Q)|=1. Per verificare la tesi, dobbiamo a questo punto solo mostrare che tutte le altre orbite hanno lunghezza un multiplo di p. Supponiamo, per assurdo, che l'orbita di Q non sia l'unica di lunghezza 1, ovvero supponiamo che esista PjQ tale che |O(Pj)|=1. Allora |Q:NQ(Pj)|=1, ovvero Q=NQ(Pj). Il che implica che QPj=PjQ, poiché q1Pjq=PjqQ. Dunque, QPjG e il suo ordine vale:

|QPj|=|Q||Pj||QPj|.

Il numeratore vale pkpk poiché entrambi appartengono ad A; al denominatore troviamo invece una potenza di p, con esponente strettamente minore di k, in quanto QPjQ e QPjPj. Ovviamente il denominatore non può valere pk, poiché se così fosse risulterebbe Q=Pj, ma questo non è possibile perché avevamo supposto per ipotesi che fosse PjQ. Dunque, |QPj|=pz, con z>k. Ma questo è un assurdo, poiché QPjG. Dunque l'ipotesi che esistesse un'altra orbita, oltre a quella di Q, di lunghezza 1 è un assurdo. Quindi,

np=|A|=i=1r|O(Pi)|1(modp)

Due semplici applicazioni

Un gruppo di ordine pq con p e q primi, p minore di q che non divide q1, per esempio di ordine 33, è necessariamente un gruppo ciclico.

Il numero nq di q-Sylow è congruo 1 modulo q e divide p quindi si ha necessariamente nq=1 essendo p minore di q. Inoltre essendo np ≡ 1 mod p e poiché np divide q deve essere np=1 (non può essere q per la condizione che p non divide q-1). Ogni Sylow è quindi un sottogruppo normale. Ma allora G si può realizzare come prodotto diretto dei suoi Sylow (che hanno come elemento comune solo l'identità). Inoltre p e q sono primi fra loro quindi il gruppo è ciclico.

Si osservi l'importanza della condizione che p non divida q-1: basta pensare che esistono due gruppi di ordine 6 (quello ciclico e il gruppo simmetrico su tre oggetti).


Vediamo perché un gruppo G di ordine 132=22311 contiene un sottogruppo ciclico normale di ordine 11. Il numero di 3-Sylow deve essere congruo a 1 modulo 3 e deve dividere 44, le uniche possibilità sono 1,4 e 22. Il numero di 11-Sylow invece deve essere congruo a 1 modulo 11 e dividere 12 quindi n11=1 o n11=12. Se fosse n3=22 avremmo 44 elementi di periodo 3 e questo implica n11=1 perché altrimenti ci sarebbero 120 elementi di periodo 11: troppi!

Qualora fosse n3=1 il 3-Sylow C3 sarebbe normale. Allora G/C3 avrebbe ordine 44 e conterrebbe un sottogruppo normale di ordine 11. A questo sottogruppo corrisponde un sottogruppo normale K di G di ordine 33, quindi ciclico. Un elemento di periodo 11 in K genera il sottogruppo normale di ordine 11 cercato.

L'ultima possibilità è n3=4. Anche in questo caso n11 non può valere 12. Se così fosse avremmo 8 elementi di periodo 3, 120 di periodo 11 e l'identità. C'è posto solo per 3 elementi di periodo 2. Allora il 2-Sylow S2 è normale. Vediamo il quoziente G/S2: ha ordine 33. Questo è ciclico e contiene un sottogruppo di ordine 11. A questo corrisponde un sottogruppo normale di G di ordine 44. Tale sottogruppo ha esattamente 10 elementi di periodo 11: troppo pochi (avevamo supposto che G ne avesse complessivamente 120).

Bibliografia

Collegamenti esterni

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