Teorema integrale di Cauchy: differenze tra le versioni

Da testwiki.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
imported>Este db
 
(Nessuna differenza)

Versione attuale delle 22:03, 30 dic 2023

Il teorema integrale di Cauchy è un teorema di analisi complessa.

Enunciato

Il teorema integrale di Cauchy afferma che data una funzione olomorfa f:A, definita su un dominio A semplicemente connesso, per ogni curva chiusa e regolare a tratti

γ:[0,1]A,

vale l'equazione

γf(z)dz=0.

Dimostrazione

Sappiamo dalla teoria dell'integrazione complessa che l'integrale di f(z) è dato da:

γf(z)dz=γ[u(x,y)dxv(x,y)dy]+iγ[v(x,y)dx+u(x,y)dy],

e sfruttando la formula di Gauss - Green si ottiene:

γf(z) dz=E[v(x,y)xu(x,y)y]dxdy+iE[u(x,y)xv(x,y)y]dxdy=0;

dove E è la regione interna a γ. Infatti poiché f(z) è olomorfa, valgono le equazioni di Cauchy-Riemann:

ux=vyuy=vx,

che annullano gli integrandi, da cui la tesi.

In termini di forme differenziali si può anche dire che la forma differenziale:

f(z) dz=[u(x,y) dxv(x,y) dy]+i[v(x,y) dx+u(x,y) dy].

è una forma differenziale chiusa se valgono le condizioni di Cauchy-Riemann ed esatta se il dominio è semplicemente connesso.

Il teorema continua a valere per domini in cui la curva γ sia il contorno del dominio semplicemente connesso. Inoltre se il dominio non è semplicemente connesso (si veda generalizzazione sotto) ma è costituito da curve regolari a tratti il teorema continua a valere ma bisogna dare un'orientazione al verso di percorrenza, per convenzione il dominio deve rimanere sempre a sinistra mentre si percorrono le curve.

Questa dimostrazione, che fa uso della formula di Gauss-Green, richiede la continuità delle derivate parziali prime. Di seguito vediamo la dimostrazione di Edouard Goursat, che non necessita l'ipotesi della continuità delle derivate prime. Per questo motivo il teorema di Cauchy viene detto anche teorema di Cauchy-Goursat.

Dimostrazione di Goursat

Percorso per la dimostrazione di Goursat del teorema di Cauchy

La dimostrazione si divide in due parti: nella prima si dimostra il teorema nell'ipotesi che la curva C sia una poligonale, nella seconda si usa il risultato della prima per dimostrare il teorema per una generica curva regolare a tratti.

Parte 1: curva poligonale

Dapprima notiamo che una poligonale si può sempre decomporre in triangoli e dato che essendo i percorsi sempre in senso antiorario gli integrali sui lati in comune tra due triangoli (cioè quelli interni alla poligonale) si elidono, allora la tesi della prima parte è equivalente al fatto che per ogni triangolo ΔA si ha

Δf(z)dz=0

Consideriamo allora un generico triangolo Δ0A e sia

M=|Δ0f(z)dz|.

Costruiamo quattro sottotriangoli Δ0(i),   i{1,2,3,4} unendo i punti medi di Δ0. Per costruzione le lunghezze dei perimetri valgono tutte l02 dove l0 è la lunghezza del perimetro del triangolo iniziale. Inoltre dato che (come detto prima) gli integrali sui lati in comune si elidono:

M=|Δ0f(z)dz|=|i=14Δ0(i)f(z)dz|i=14|Δ0(i)f(z)dz|

Quindi

i1,2,3,4   t.c.|Δ0(i)f(z)dz|M4,

e poniamo allora Δ1=Δ0(i). Procediamo analogamente su Δ1 costruendo un triangolo Δ2 tale che l2=l022 e

|Δ2f(z)dz|M42

Iterando costruiamo una successione di triangoli Δ0Δ1ΔnΔn+1 tali che ln=l02n e inoltre

|Δnf(z)dz|M4n.

Essendo le chiusure dei triangoli insiemi compatti la loro intersezione non è vuota.[1]

Cioè esiste un punto z0Δ¯nn=0,1,2, . Ora la derivabilità in z0 implica che

η(z) t.c. ϵδ t.c. {|zz0|<δ|η(z)|<ϵf(z)f(z0)zz0f(z0)=η(z)

e cioè

f(z)=η(z)(zz0)+f(z0)(zz0)+f(z0).

Ora è chiaro che è possibile scegliere n abbastanza grande così che ΔnB(z0,δ). Infatti è sufficiente scegliere n tale che ln<δ. Allora dato che è facile mostrare che l'integrale di ogni costante o di ogni funzione lineare su una linea chiusa è zero vale

Δnf(z)dz=Δnf(z0)(zz0)+η(z)(zz0)+f(z0)dz=Δnη(z)(zz0)dz

Da cui segue che

M4n|Δnf(z)dz|=|Δnη(z)(zz0)dz|ϵmaxzΔn|zz0|lnϵln2=ϵl024n

ma allora Mϵl02 e dall'arbitrarietà di ϵ segue M=0, cioè Δ0f(z)dz=0 che è la tesi della prima parte.

Parte 2: curva generica

Ora si consideri una generica curva C. Dato ρ>0 si consideri l'insieme E={zA:d(z,C)=infζCd(ζ,z)ρ}, che essendo compatto fornisce la possibilità di restringere f a E essendo su di esso uniformemente continua. Cioè

ϵ>0δ>0:|z1z2|<δ|f(z1)f(z2)|<ϵ

se z1,z2E.

Siano allora

z1,z2,,znC  t.c.  Lk<min{δ,ρ}

dove Lk è la lunghezza dell'arco congiungente zk e zk1, e sia Pk il segmento congiungente zk e zk1.

Allora P=k=1nPk è una poligonale contenuta in E. Infatti

zPk{1,,n}:zPkd(z,C)=infζCd(z,ζ)d(z,zk)d(zk,zk1)ρzE

ma allora se ζ1,ζ2Pk vale |f(ζ1)f(ζ2)|<ϵ per l'uniforme continuità .

Denotiamo ora con CkC l'arco di C sotteso da Pk. Ora notando che essendo f(zk) una costante vale

Ckf(zk)dz=Pkf(zk)dz

e dal fatto che l'integrale sulla poligonale è nullo per il punto precedente vale la seguente catena di disuguaglianze:

|Cf(z)dz|=|Cf(z)dzPf(z)dz|=|k=1n(Ckf(z)dzPkf(z)dz)|k=1n|Ckf(z)dzPkf(z)dz|=k=1n|Ckf(z)f(zk)dzPkf(z)f(zk)dz|k=1n(|Ckf(z)f(zk)dz|+|Pkf(z)f(zk)dz|)k=1n(ϵCk|dz|+ϵPk|dz|)2ϵP|dz|

La tesi segue dunque dall'arbitrarietà di ϵ.

Corollari

Curve con gli stessi estremi

Sia f:A una funzione olomorfa definita su un dominio A semplicemente connesso. Se γ1,γ2 sono due curve regolari a tratti in A che congiungono due punti P e Q, allora:

γ1f(z)dz=γ2f(z)dz.

In altre parole, l'integrale su una curva dipende solo dagli estremi.

Dimostrazione

Sia γ la curva chiusa ottenuta concatenando γ1 e γ2, quest'ultima percorsa in senso inverso. Per il teorema di Cauchy:

γf(z)dz=(γ1γ2)f(z)dz=0,

ovvero

γ1f(z)dz=γ2f(z)dz.

Esistenza di una primitiva

Ogni funzione olomorfa

f:A,

definita su un aperto semplicemente connesso A ammette una primitiva F. Esiste cioè una funzione olomorfa

F:A,

tale che F(z)=f(z) per ogni z in A.

Dimostrazione

La funzione F è definita nel modo seguente. Si fissa un punto z0 di A e si pone

F(z):=δzf(ζ)dζ,

per una qualsiasi curva regolare δz in A che collega z0 a z. Per il risultato precedente F(z) non dipende dall'arco δz ed è quindi ben definita.

La funzione F è effettivamente olomorfa e la sua derivata è proprio f. Ciò può essere verificato nel modo seguente:

limh0F(z+h)F(z)h=limh01h(δz+hf(ζ)dζδzf(ζ)dζ).

Prendendo come δz+h il concatenamento di una δz qualsiasi e di una piccola curva γh che congiunge z e z+h, ciò è equivalente a

limh01hγhf(ζ)dζ=f(z).

Generalizzazione del teorema di Cauchy

Dominio multiplamente connesso per la generalizzazione del teorema integrale di Cauchy

Il teorema integrale di Cauchy può essere generalizzato anche a domini a connessione multipla: data f(z) analitica in un dominio A (in azzurro) qualsiasi con all'interno (in rosso in figura) zone non appartenenti a tale dominio. Tracciamo una curva orientata Γ interna ad A ma che contiene tutte le zone disconnesse A (in viola) e intorno a queste tracciamo delle curve l1,l2,l3 unite alla curva Γ da d1,d2,d3,d4. Tutte le curve sono percorse in modo da lasciare a sinistra il dominio (in viola). Allora:

Γf(z)dζ+i=14dif(z)dζ+j=13lif(z)dζi=14dif(z)dζ=0.

Poiché le curve di vengono percorse nei due sensi si annullano, mentre le curve li vengono percorse in senso inverso a Γ. Quindi:

Γf(z)dz+j=13lif(z)dz=0,

cioè:

Γf(z)dz=i=03lif(z)dz

In questo modo può essere generalizzato il teorema integrale di Cauchy su domini a connessione multipla.

Note

Bibliografia

  • Template:En Arfken, G. "Cauchy's Integral Theorem." §6.3 in Mathematical Methods for Physicists, 3rd ed. Orlando, FL: Academic Press, pp. 365-371, 1985.
  • Template:En Kaplan, W. "Integrals of Analytic Functions. Cauchy Integral Theorem." §9.8 in Advanced Calculus, 4th ed. Reading, MA: Addison-Wesley, pp. 594-598, 1991.
  • Template:En Knopp, K. "Cauchy's Integral Theorem." Ch. 4 in Theory of Functions Parts I and II, Two Volumes Bound as One, Part I. New York: Dover, pp. 47-60, 1996.
  • Template:En Krantz, S. G. "The Cauchy Integral Theorem and Formula." §2.3 in Handbook of Complex Variables. Boston, MA: Birkhäuser, pp. 26-29, 1999.
  • Template:En Morse, P. M. and Feshbach, H. Methods of Theoretical Physics, Part I. New York: McGraw-Hill, pp. 363-367, 1953.
  • Template:En Woods, F. S. "Integral of a Complex Function." §145 in Advanced Calculus: A Course Arranged with Special Reference to the Needs of Students of Applied Mathematics. Boston, MA: Ginn, pp. 351-352, 1926.
  • Bernardini, Ragnisco, Santini " Metodi matematici della fisica, Carocci editore" pp 84-88, 2002.

Voci correlate

Altri progetti

Template:Interprogetto

Collegamenti esterni

Template:Portale