Etindiolo

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L'Etindiolo o acetilendiolo è il diolo dell'acetilene di formula HO-C≡C-OH. È un composto gassoso instabile che si trasforma per tautomerizzazione in gliossale H(CO)2H. La molecola è l'unico indiolo strutturalmente possibile.

Storia

La molecola dell'etindiolo venne ottenuta per la prima volta da Johan K. Telrow nel 1986 sotto forma di ione positivo durante l'analisi dell'acido squarico effettuate con uno spettrometro di massa.[1]

La molecola neutra venne sintetizzata nove anni più tardi da Günther Maier tramite fotolisi dell'acido squarico in una matrice isolante di argon solido a 10 K.[2]

Sali

Come tutti gli alcoli, l'etindiolo può formare dei sali alcossidi detti acetilendiolati o etindiolati di formula generica M+(O-C≡C-O)2-M+ o M2+(O-C≡C-O)2-.

Solitamente però questi sali vengono sintetizzati tramite riduzione del monossido di carbonio: l'etindiolato di potassio venne sintetizzato nel 1834 da Liebig facendo reagire direttamente il monossido di carbonio con il potassio metallico:[3]

2CO+2KKA2CA2OA2

All'epoca però si credeva che il composto fosse potassio carbonile (KCO) fino a quando non vennero descritti 130 anni più tardi l'etindiolato di sodio Na2C2O2 (Johannis, 1893), l'etindiolato di bario BaC2O2 (Gunz e Mentrel, 1903), l'etindiolato di stronzio (Roederer, 1906) e di litio, rubidio e cesio (Pearson, 1933).[4]

La struttura di questi sali venne però definita solo nel 1963 da Werner Büchner ed E. Weiss.[5][6]

Gli acetilendiolati possono venir preparati anche facendo reagire il monossido di carbonio con i corrispondenti metalli in ammoniaca liquida, a bassa temperatura.[4]
I sali dell'acetilendiolo reagiscono violentemente con l'ossigeno dell'aria, l'acqua, agli alogeni, gli alogenuri, gli alcoli e qualsiasi sostanza con proprietà acide.[7]

Complessi

Lo ione etindiolato (O-C≡C-O)2- può formare complessi come [TaH(HOC≡COH)(dmpe)2Cl]+Cl (dmpe = bis(1,2-dimetilfosfin)etano).[8] Sono conosciuti altri composti di coordinazione contenenti lo ione etindiolato, anche se non direttamente derivanti dall'etindiolo. Un esempio è il diisopropossietino (CH3)2HC-O-C≡C-O-CH(CH3)2 e il di(tert-butossi)etino (CH3)3C-O-C≡C-O-C(CH3)3.[9]

L'etindiolato assieme ad altri cationi come il deltato (C3O32-) e lo squarato (C4O42-) vengono ottenuti per rimozione di gruppo CO dai composti di coordinazione in cui sono contenuti.[10]

Note

  1. Johan K. Terlouw, Peter C. Burgers, Ben L. M. van Baar, Thomas Weiske, and Helmut Schwarz (1986), The Formation in the Gas Phase of HO-CC-OH, H2N-CC-NH2, H2N-CC-OH and related Compounds by Selective Reduction of their Cations Template:Webarchive, Chimia, volume 40, pagine 357–359.
  2. Template:Cita pubblicazione
  3. Justus Liebig (1834), Annalen der Chemie und Pharmacie, volume 11, p. 182. Cited by Raymond N. Vrtis et al (1988), JACS p. 7564.
  4. 4,0 4,1 T. G. Pearson (1933), Carbonyls of Lithium, Rubidium and Caesium. Nature, volume 131, pp. 166–167 (04 February 1933).
  5. Template:Cita pubblicazione
  6. Template:Cita pubblicazione
  7. Charles Kenneth Taylor (1982), The Chemical Behavior of the Alkali Metal Acetylenediolates. Thesis, Pennsylvania State University; also Technical Memo A642321, Penn State University Park Applied Research Lab. 227 pages.
  8. Template:Cita pubblicazione
  9. Template:Cita pubblicazione
  10. Template:Cita pubblicazione

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