Fragilità dei liquidi

In fisica dei liquidi la fragilità caratterizza quantitativamente il rallentamento della dinamica di un materiale al diminuire della temperatura verso la temperatura di transizione vetrosa . Fisicamente, l'indice di fragilità può essere collegato alla presenza di eterogeneità dinamiche nei vetri, così come alla violazione della relazione di Stokes-Einstein tra la viscosità e l'indice di diffusione.
Definizione
La fragilità è un indice della deviazione della viscosità (o del tempo di rilassamento) da un andamento di tipo Arrhenius[1]. Questa classificazione è stata inizialmente proposta da Austen Angell[1][2]. La più comune definizione di fragilità caratterizza la pendenza della curva della viscosità di un marteriale in funzione della temperatura all'avvicinarsi (dall'alto) alla temperatura di transizione vetrosa :
dove è la viscosità, è la temperatura di transizione vetrosa, m è la fragilità e T è la temperatura[3]. I liquidi sottoraffreddati con un'elevata fragilità sono chiamati "fragili", mentre gli altri vengono definiti "forti"[4]. Ad esempio, la Silice () ha una fragilità piuttosto bassa, perciò rientra nella classe dei liquidi forti. Al contrario alcuni polimeri hanno una fragilità piuttosto grande e appartengono ai liquidi fragili.
Interpretazione fisica
L'origine fisica del comportamento non-Arrhenius dei liquidi fragili è tuttora in fase di studio. Negli ultimi decenni si è ipotizzato un collegamento tra questo fenomeno e la presenza di dinamiche localmente eterogenee nei liquidi fragili, ovvero la presenza di regioni veloci e regioni lente ben divise all'interno del materiale[1][5]. Questo effetto è stato inoltre connesso con la violazione della relazione di Stokes-Einstein tra la viscosità e l'indice di diffusione nei liquidi fragili.
Mentre per i liquidi forti l'energia di attivazione non dipende dalla temperatura, per quelli fragili essa cambia notevolmente, pertanto questi ultimi seguono un comportamento di tipo super-Arrhenius. Per quanto riguarda il profilo di energia libera, la principale differenza tra i due tipi di liquidi risiede nel fatto che nel caso dei liquidi fragili si vengono a creare molti più minimi degeneri separati da barriere molto più piccole rispetto al caso dei liquidi forti. I termini "fragile" e "forte", infatti, caratterizzano la facilità del sistema a passare da uno stato amorfo verso un altro ad esso energeticamente degenere.
Note
- ↑ 1,0 1,1 1,2 Template:Cita pubblicazione
- ↑ C. A. Angell, Science 267, 1924 (1995).
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