Teorema delle radici razionali

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Template:F In algebra, il teorema delle radici razionali afferma che ogni soluzione razionale di un'equazione polinomiale a coefficienti interi:

anxn+an1xn1++a0=0,an,,a0,an0,

è della forma p/q, dove p e q sono coprimi, e:

  • p è un divisore del termine noto a0;
  • q è un divisore del coefficiente direttore an.

Il teorema non dà alcuna informazione su eventuali radici irrazionali o complesse.

Ad esempio, se consideriamo un'equazione del tipo:

3x310x2+x4=0,

allora le eventuali radici razionali sono contenute nell'insieme seguente:

{±43,±23,±13,±4,±2,±1}.

Se il polinomio è monico, cioè è an=1, evidentemente la formula si semplifica restringendo le opzioni ai soli divisori del termine noto. La verifica di ogni singola possibile radice si può ad esempio effettuare con il teorema del resto (o con la regola di Ruffini se si vuole ottenere direttamente anche il quoziente). Se nessun valore soddisfa le condizioni, allora tutte le radici del polinomio (che esistono per il teorema fondamentale dell'algebra) sono irrazionali o complesse. Al contrario, se sono state trovate n radici razionali, allora il polinomio è completamente fattorizzabile come prodotto di polinomi di primo grado con coefficienti razionali.

Dimostrazione

Il teorema delle radici razionali è una diretta conseguenza del lemma di Gauss, che afferma che se un polinomio (a coefficienti interi) è fattorizzabile sui razionali, allora lo è anche sugli interi.

Quindi se esiste una radice razionale p/q, ciò significa che possiamo scrivere il nostro polinomio iniziale come (qxp)(bn1xn1++b0) con tutti i bi interi. Moltiplicando (i coefficienti intermedi non sono rilevanti) e sfruttando il fatto che due polinomi sono uguali se e solo se coincidono tutti i coefficienti, otteniamo an=bn1q e a0=b0p, da cui il teorema.

In altro modo, supponiamo che la frazione p/q sia una radice del polinomio. Possiamo supporre che la frazione sia ridotta ai minimi termini, ovvero che gli interi p e q siano primi fra loro. Sostituendo si ottiene

an(p/q)n+an1(p/q)n1++a1(p/q)+a0=0,

da cui, moltiplicando per qn,

anpn+an1pn1q++a1pqn1+a0qn=0.

Ora p divide i primi n termini, dunque deve dividere anche l'ultimo termine a0qn. Dato che p e q sono primi fra loro, p deve dividere a0. Con un ragionamento analogo si deduce che q divide an.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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