Acido solforoso

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L'acido solforoso è un ossiacido dello zolfo tetravalente, la cui formula molecolare è H2SO3. Si forma dall'idratazione dell'anidride solforosa secondo una reazione di equilibrio che però è nettamente spostato verso i reagenti:

SOA2(g)+HA2O(l)HA2SOA3(aq) K < 10–9[1]

e in questa riluttanza all'idratazione SO2 somiglia all'anidride carbonica a dare, in acqua, l'acido carbonico. Inoltre, come il carbonico, l'acido solforoso non può essere ottenuto concentrando la sua soluzione acquosa. È stato però rivelato in fase gassosa, con particolari tecniche spettrometriche di massa, dove si riscontra che è stabile.[2] Nell'aria è una specie intermedia nella generazione di piogge acide causata dalle emissioni di SO2.[3][4]

A temperatura ambiente la sua soluzione acquosa è incolore, con un odore pungente caratteristico.

L'acido solforoso è un acido debole biprotico: a 18 °C pKa1 = 1,81 e pKa2 = 6,99.[1] Può quindi formare due serie di sali, gli idrogenosolfiti (bisolfiti, nella vecchia nomenclatura), con l'anione HSO3, e i solfiti, con il dianione SO32–. Visto il valore della seconda costante di dissociazione, i solfiti alcalini come Na2SO3 in acqua sono abbastanza idrolizzati, dando soluzioni alquanto basiche, mentre le soluzioni di bisolfiti sono lievemente acide.

Dell'acido solforoso esistono, oltre ai sali, i suoi esteri, aventi formula generale R2SO3 [cioè, O=S(OR)2], con R che indica un alchile o un arile e i due gruppi possono anche essere diversi tra loro.

Per la presenza di un doppietto libero sull'atomo di zolfo S(IV), le soluzioni dell'acido e dei suoi sali si comportano da buoni agenti riducenti, i quali vengono facilmente ossidati ad acido solforico (H2SO4) o solfati (SO42–), ossia derivati di zolfo esavalente.[5] I solfiti e i bisolfiti eliminano facilmente residui di ione ipoclorito derivante dalla disinfezione delle acque per uso potabile (clorazione); sono impiegati come conservanti alimentari e a volte anche come disinfettanti. L'acido solforoso è un composto nocivo e corrosivo.

Nell'Ottocento alcuni scienziati (Louis Pasteur e Antonio Carpenè) hanno studiato gli effetti dei composti solforosi sui fermenti di liquidi alcoolici come vino e birra per migliorarne la conservazione.

Note

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