Dittrichia graveolens

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Inula fetida (nome scientifico Dittrichia graveolens (L.) Greuter, 1973) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Inuleae e sottotribù Inulinae).[1][2]

Etimologia

Il nome del genere (Dittrichia) è stato dato in onore di Manfred Dittrich (1934-), botanico germanico.[3] L'epiteto specifico (graveolens) deriva da due parole latine "gravis" (= forte, pesante) e "olens" (= che puzza).[4]

Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Carl Linnaeus (1707-1778) e Werner Rodolfo Greuter (1938-) nella pubblicazione " Exsiccatorum Genavensium e Conservatorio Botanico Distributorum Fasciculus. Geneva" ( Exsicc. Genav. Conserv. Bot. Distrib. Fasc. 4: 71) del 1973.[5]

Descrizione

Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori

Portamento. La specie di questa voce è una erbacea con un ciclo biologico annuale o perenne. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Hanno un odore sgradevole.[6][7][8][9][10][11]

Fusto. La parte sotterranea del fusto consiste prevalentemente in rizomi. Generalmente il floema è privo di strati fibrosi; inoltre sono assenti i tessuti latticiferi. La parte aerea del fusto è eretta, pubescente e molto ramosa. Altezza media: 2-6 dm. (massimo 130 cm)

Foglie. Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alternato e sessile. La lamina è semplice con forme lineari e con bordi più o meno interi o dentellati e apici acuti. Quelle basali sono lineari-spatolate con larghezza di 1 cm. La superficie è ghiandolosa, viscida e pubescente. Dimensione delle foglie: 1-2 x 20-33 mm.

Infiorescenza. Le infiorescenze sono formate da capolini sia solitari che in formazioni racemose. I capolini sono di tipo radiato eterogamo. I capolini sono formati da un involucro composto da brattee disposte in modo embricato al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati periferici o fiori del raggio e ai fiori tubulosi quelli centrali o del disco. L'involucro ha delle forme coniche. Le brattee, di tipo lesiniforme, sono disposte generalmente su 3-4 righe; hanno consistenza erbacea o cartilaginea, ma senza margini ialini; gli stereomi non sono divisi. Il ricettacolo, crestato, liscio o alveolato, è sprovvisto di pagliette (a protezione della base dei fiori). Dimensione dei capolini: 1 cm o meno.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

  • fiori del raggio (esterni): sono da 10 a 12 e sono femminili e sono disposti su una o più serie; la forma è ligulata (zigomorfa);
  • fiori del disco (centrali): sono più numerosi (8-20) con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi e fertili.
*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[12]
  • fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è ligulata, o minutamente ligulata; la ligula può terminare con alcuni denti ed è molto breve; il colore è giallo;
  • fiori del disco: la forma è tubulare bruscamente divaricata in 4-5 brevi lobi; il colore è giallo.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) sono troncate e non sono speronate. La base delle antere può essere lunga o corta con code ramificate oppure no (raramente sono prive di coda). Il tessuto dell'endotecio è a forma radiata o polarizzata. Le cellule del collare dei filamenti sono piatte o di tipo mammelloso.
  • Gineceo: il gineceo ha un ovario uniloculare infero formato da due carpelli.[6] Lo stilo è unico e con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi spesso sono provvisti di peli acuti che terminano sopra la biforcazione senza raggiungerla, oppure da peli ottusi che terminano ben al di sotto della biforcazione. Le superfici stigmatiche confluiscono all'apice, mentre alla base sono separate in due distinte linee (lignee stigmatiche marginali[8]). Il polline è spinuloso.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni in genere sono provvisti di 5 fasci vascolari; la forma è ellissoide apicalmente contratta. Talvolta sono presenti dei condotti o delle cavità resinose. La superficie è glabra o ricoperta da peli ghiandolari. L'epidermide dell'achenio è provvista di grandi cristalli di ossalato di calcio, oppure di cristalli simili alla sabbia, oppure ne è priva.[8] Il pappo, giallastro, è formato setole o squame connate alla base. Dimensione degli acheni: 1-2 mm.

Biologia

Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[13] – Distribuzione alpina[14])

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Mediterraneo - Turanico.
Distribuzione: in Italia questa specie si trova su tutto il territorio comprese le Alpi. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia. Sugli altri rilievi collegati alle Alpi è presente nel Massiccio del Giura, Massiccio Centrale e Pirenei.[14] Altrove sono presenti dall'areale del Mediterraneo fino al Pakistan.[2]
Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono gli incolti aridi, le aree ruderali e i bordi delle vie. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 800 Template:M s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare (oltre a quello planiziale).

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico alpino Dittrichia graveolens appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]

Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
Classe: Stellarietea mediae

Sistematica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[15], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]

Filogenesi

La tribù Inuleae (comprendente le Inulinae) è una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). Da un punto di vista filogenetico, la tribù Inuleae, all'interno della sottofamiglia, fa parte del gruppo "Helianthodae".[18][19] La sottotribù Inulinae è caratterizzata dalla particolare pubescenza dello stilo e dagli acheni con cristalli di ossalato di calcio. Il genere Dittrichia è caratterizzato da acheni contratti e dal pappo formato da alcune setole connate in una cupola.

I caratteri distintivi della specie Dittrichia graveolens sono:[11]

  • il portamento è erbaceo annuale con altezza media di 2-6 dm;
  • le foglie hanno delle forme lineari;
  • i capolini sono piccoli;
  • le ligule dei fiori periferici sono brevi.

Il numero cromosomico delle specie di questa voce è: 2n = 18.[11]

Sinonimi

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Alunia graveolens (L.) Lindl.
  • Erigeron graveolens L.
  • Helenium graveolens (L.) Kuntze
  • Inula graveolens (L.) Desf.

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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Collegamenti esterni