Visualizza wikitesto di Stephenson 2-18

{{Corpo celeste
|tipo = Stella
|nome_stella = Stephenson&nbsp;2-18
|distanza_anniluce = {{converti|18900|al|pc|abbr=off|lk=on|disp=br()}}<ref name=humphreys2020/>
|sigla_costellazione = Sct
|immagine = Stephenson 2-18 zoomed in, 2MASS survey, 2003.png
|didascalia = St2-18 insieme al suo [[ammasso stellare|ammasso]] genitore [[Stephenson 2]] (in alto a sinistra), visto dal [[2MASS|Two-Micron All Sky Survey]]. <small>(Université de Strasbourg/CNRS (2003)</small>
|ar = {{RA|18|39|02.3709}}<ref name=gaia/>
|declinaz = {{DEC|-06|05|10.5357}}<ref name=gaia/>
|classe_spettrale = ~[[Classificazione stellare#Classe M|M6]]<ref name=negueruela2013>{{cita pubblicazione |bibcode=2013EAS....60..279N |titolo=The population of M-type supergiants in the starburst cluster Stephenson 2 |cognome1=Negueruela |nome1=I. |cognome2=González-Fernández |nome2=C. |cognome3=Dorda |nome3=R. |cognome4=Marco |nome4=A. |cognome5=Clark |nome5=J. S. |cid=119232033 |pubblicazione=Eas Publications Series |anno=2013 |volume=60 |p=279 |doi=10.1051/eas/1360032 |arxiv=1303.1837 }}</ref>
|raggio_sole = 
|temp_med = {{M|3200|ul=K}}<ref name="thomas"/>
|parallasse = {{M|−0.0081|0.3120|u=[[milliarcosecondo|mas]]}}<ref name=gaia/>
|moto_proprio = {{moto proprio|ar={{M|-3.045|0.511}}|dec={{M|-5.950|0.480}}}}<ref name=gaia/>
}}

'''Stephenson 2-18''' ('''St2-18'''), nota anche come '''Stephenson 2 DFK 1''' o '''RSGC2-18''', è una stella [[supergigante rossa]] o forse [[Stella ipergigante|ipergigante rossa]], situata nella costellazione dello [[Scudo (costellazione)|Scudo]]. Si trova vicino all'[[ammasso aperto]] [[Stephenson 2]], che si trova a circa {{Converti|6000|parsec|anni luce|abbr=off|lk=on}} di distanza dalla Terra, e si presume che faccia parte di un gruppo di stelle situate a una distanza simile. 

È tra le più [[Stelle più grandi conosciute|grandi stelle conosciute]] e una delle supergiganti rosse più luminose, con un raggio che venne stimato intorno a {{M|2150}} volte quello del [[Sole]] (<var>R</var><sub>[[☉]]</sub>),<ref name="thomas"/>{{efn |nome=raggio |Applicando la [[legge di Stefan-Boltzmann]] con una [[temperatura efficace]] [[Sole|solare]] di {{M|5772|ul=K}}: 
:<math>\sqrt{\biggl(\frac{5772}{3200}\biggr)^4 \cdot 10^{5,64}} = 2149,58\ R_\odot</math>.}} che corrisponde a un volume quasi 10 miliardi di volte più grande del Sole. Se collocata al centro del [[Sistema solare|Sistema Solare]], la sua [[fotosfera]] inghiottirebbe l'orbita di [[Saturno (astronomia)|Saturno]]. Esistono numerose incertezze però sulle dimensioni reali della stella, anche perché un raggio così grande è considerevolmente superiore a quello dei modelli teorici delle più grandi supergiganti rosse previsto dalla teoria dell'[[evoluzione stellare]] (circa {{M|1500|ul=raggio solare}})<ref name=levesque>{{cita pubblicazione |titolo=The Effective Temperature Scale of Galactic Red Supergiants: Cool, but Not As Cool As We Thought |autore=Emily M. Levesque |etal=si |rivista=[[The Astrophysical Journal]] |volume=628 |numero=2 |data=agosto 2005 |pp=973-985 |doi=10.1086/430901|arxiv = astro-ph/0504337}}</ref><ref name="thomas"/>

== Storia delle osservazioni ==
[[File:Star_Sizes_Comparison_update_2021.png|sinistra|thumb|upright=1.3|Confronto delle dimensioni delle diverse stelle selezionate. Da sinistra a destra ci sono [[Cygnus OB2-12|Cygnus OB2 # 12]], [[V382 Carinae]], [[V915 Scorpii]], [[UY Scuti]] e Stephenson 2-18. Vengono mostrate anche le orbite di [[Saturno (astronomia)|Saturno]] e [[Nettuno (astronomia)|Nettuno]] per il confronto.]]
L'ammasso aperto Stephenson 2 è stato scoperto dall'astronomo statunitense Charles Bruce Stephenson nel 1990 nei dati ottenuti da un'indagine nell'infrarosso profondo<ref>{{Cita pubblicazione|autore=B. Davies|etal=si|titolo= A Massive Cluster of Red Supergiants at the Base of the Scutum-Crux Arm|url=https://iopscience.iop.org/article/10.1086/522224|anno= 2007| pubblicazione=The Astrophysical Journal |volume= 671|numero=1||pp=781-801|arxiv= 0708.0821}}</ref>. L'ammasso è anche noto come RSGC2, uno dei numerosi massicci ammassi aperti nello Scudo, ciascuno contenente più supergiganti rosse.

Alla stella più brillante nella regione dell'ammasso è stato assegnato l'identificatore ''1'' in prima analisi delle proprietà dei suoi componenti. Tuttavia, non è stata considerata un membro di Stephenson 2 a causa della sua posizione periferica, della luminosità anormalmente elevata e del [[moto proprio]] leggermente atipico. In uno studio successivo, alla stessa stella fu attribuito il numero 18 e assegnata a un gruppo di stelle periferiche chiamato [[Stephenson 2 SW]], presumibilmente poste a una distanza simile dall'ammasso centrale. La stella viene spesso identificata con la designazione {{Tutto attaccato|St 2-18}} (abbreviazione di Stephenson 2-18), seguendo la numerazione di Deguchi (2010). Per ridurre la confusione derivante dall'uso dello stesso numero per stelle diverse e numeri diversi per la stessa stella, alle [[Designazione di Davis|designazioni di Davis]] (2007) viene spesso assegnato un prefisso DFK o D, per esempio Stephenson 2 DFK 1.

== Caratteristiche fisiche ==
{{Tutto attaccato|St 2-18}} mostra i tratti e le proprietà di una supergigante rossa molto luminosa ed estrema, con un tipo spettrale tardivo di M6, che è insolito per una stella supergigante. Questo la colloca nell'angolo in alto a destra del [[diagramma Hertzsprung-Russell]].

Un calcolo per trovare la [[Correzione bolometrica|luminosità bolometrica]] adattando la [[distribuzione spettrale di energia]] (SED) fornisce alla stella una luminosità di quasi {{M|440000|ul=luminosità solare}}, con una [[Temperatura efficace|temperatura effettiva]] di {{M|3200|ul=K}}, che corrisponde a un raggio molto ampio di {{converti|2150|raggio solare|km au mi|abbr=on|lk=on}}, il che la renderebbe notevolmente più grande e più luminosa dei modelli teorici delle più grandi e luminose supergiganti possibili (circa {{M|1500|u=raggio solare}} e {{M|320000|u=luminosità solare}} rispettivamente). Un calcolo alternativo, ma più vecchio del 2010, assumendo ancora l'appartenenza all'ammasso di Stephenson 2 a {{Converti|5,5|kpc|al|abbr=on|lk=on}} ma basato su lunghezze d'onda del flusso luminoso di {{M|25|ul=μm|p=12 e&nbsp;}}, danno una luminosità molto più bassa e relativamente modesta di {{M|90000|u=luminosità solare}}<ref name="deguchi2010" />. Un calcolo più recente, basato sull'integrazione SED e ipotizzando una distanza di {{Converti|5,8|kpc|al|abbr=on}}, fornisce una luminosità bolometrica di {{M|630000|u=luminosità solare}} sebbene gli autori dubitino che la stella sia effettivamente un membro dell'ammasso a quella distanza;<ref name="humphreys2020" /> già nel 2012 infatti uno studio di Verheyen e colleghi escludeva l'appartenenza della stella all'ammasso Stephenson 2, in quanto lo studio sulla velocità radiale dell'ammasso risultò essere di 109&nbsp;km/s, contro gli 89&nbsp;km/s della stella.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=SiO maser emission from red supergiants across the Galaxy|autore=L. Verheyen, M. Messineo, K. M. Menten|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=541|numero=A36|p=12|data=maggio2012|url=https://www.aanda.org/articles/aa/abs/2012/05/aa18265-11/aa18265-11.html}}</ref>

== Note ==
{{Gruppo di note}}
=== Fonti ===
<references>
<ref name=humphreys2020>{{cita pubblicazione |doi=10.3847/1538-3881/abab15 |arxiv=2008.01108 |cognome1=Humphreys |nome1=Roberta M. |cognome2=Helmel |nome2=Greta |cognome3=Jones |nome3=Terry J. |cognome4=Gordon |nome4=Michael S. |titolo=Exploring the Mass Loss Histories of the Red Supergiants |anno=2020 |pubblicazione=[[Astronomical Journal]]|volume=160 |numero=3 |p=145 |bibcode=2020AJ....160..145H |cid=220961677 }}</ref>
<ref name="thomas">{{cita pubblicazione|cognome1=Fok|nome1=Thomas K. T|cognome2=Nakashima|nome2=Jun-ichi|cognome3=Yung|nome3=Bosco H. K|cognome4=Hsia|nome4=Chih-Hao|cognome5=Deguchi|nome5=Shuji|cid=53393926|anno=2012|titolo=Maser Observations of Westerlund 1 and Comprehensive Considerations on Maser Properties of Red Supergiants Associated with Massive Clusters|pubblicazione=[[The Astrophysical Journal]]|volume=760|numero=1|p=65|arxiv=1209.6427|bibcode=2012ApJ...760...65F|doi=10.1088/0004-637X/760/1/65}}</ref>
<ref name=gaia>{{cita pubblicazione|autore=Brown, A. G. A.; et al. (Gaia collaboration)|data=agosto 2018| |titolo="Gaia Data Release 2: Summary of the contents and survey properties"|pubblicazione=Astronomy & Astrophysics|numero=616. A1.|arxiv=1804.09365|bibcode=2018A&A...616A...1G|doi=10.1051/0004-6361/201833051|editore= Gaia DR2 record for this source at VizieR}}</ref>
<ref name=deguchi2010>{{cita pubblicazione |doi=10.1093/pasj/62.2.391 |titolo=SiO and H2O Maser Observations of Red Supergiants in Star Clusters Embedded in the Galactic Disk |anno=2010 |cognome1=Deguchi |nome1=Shuji |cognome2=Nakashima |nome2=Jun-Ichi |cognome3=Zhang |nome3=Yong |cognome4=Chong |nome4=Selina S. N. |cognome5=Koike |nome5=Kazutaka |cognome6=Kwok |nome6=Sun |cid=24396370 |pubblicazione=[[Publications of the Astronomical Society of Japan]] |volume=62 |numero=2 |pp=391-407 |arxiv=1002.2492 |bibcode=2010PASJ...62..391D }}</ref>
</references>

== Voci correlate ==
* [[Stelle più grandi conosciute]]
* [[Stelle principali della costellazione dello Scudo]]

== Altri progetti ==
{{interprogetto}}

{{Portale|stelle}}

[[Categoria:Supergiganti rosse]]
[[Categoria:Stelle della costellazione dello Scudo| ]]