Visualizza wikitesto di Muḥammad ibn Jābir al-Ḥarrānī al-Battānī

{{Bio
|Nome = Muḥammad ibn Jābir al-Ḥarrānī al-Battānī
|Cognome = 
|PreData = {{Arabo|محمد بن جابر بن سنان البَتّاني|Abū ʿAbd Allāh Muḥammad ibn Jābir ibn Sinān al-Raqqī al-Ḥarrānī al-Ṣābiʾ al-Battānī}}, latinizzato in '''Albategnius''' o '''Albatenius''', in italiano '''Albategno''' o '''Albatenio'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Harran
|GiornoMeseNascita = 
|AnnoNascita = [[858]] circa
|LuogoMorte = Samarra
|GiornoMeseMorte = 
|AnnoMorte = 929
|Epoca = 900
|Attività = matematico
|Attività2 = astronomo
|Attività3 = astrologo
|Nazionalità = arabo
|PostNazionalità = 
|Categorie = no
|Immagine = Albategnius.jpeg
}}
== Biografia ==
[[File:Al-Battani, Muhammad – De scientia stellarum, 1645 – BEIC 4783627.jpg|thumb|''De scientia stellarum'', 1645]]

Il suo nome (al-Ḥarrānī al-Battānī) deriva dal villaggio natio (Battān),<ref>Si veda ʿAlī al-Bayhaqī, citato da [[Yaqut|Yāqūt]] sul suo ''Muʿjam al-buldān'' (L'insieme delle contrade), tradotto per la prima volta in tedesco da [[Ferdinand Wüstenfeld]] sotto il titolo ''Jaqut's geographisches Wörterbuch'', Lipsia, 1866-73.</ref> nella regione di [[Harran|Ḥarrān]], l'antica [[Carre (città)|Carre]], area che i geografi musulmani chiamavano [[Giazira]]<ref>Attualmente l'antichissimo sito di Ḥarrān si trova nella [[Provincia di Şanlıurfa]], in [[Turchia]].</ref>. Apparteneva alla comunità [[Sabei (Harran)|sabea]]. Visse a [[Raqqa]] in [[Siria]] e fu uno dei massimi astronomi di tutto il [[Medioevo]] islamico e cristiano.

==Studi e ricerche==
=== Astronomia ===
A partire dalle sue osservazioni effettuate a [[Damasco]] e [[Ambracia|Aratte]] egli rivide alcuni dei risultati di [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]]. Compilò nuove tavole astronomiche (''[[Zij|Zīj]]'') relative al Sole e alla Luna, accettate a lungo per la loro autorevolezza, scoprì il moto dell'[[Apogeo (astronomia)|apogeo]] del Sole e attribuì alla [[precessione]] annuale il valore corretto di 55 secondi.

=== Matematica ===
Forse, indipendentemente da [[Aryabhata]] (nato a Pataliputra sul [[Gange]] nel 476 d.C.), egli introdusse l'uso dei [[seno (matematica)|seni trigonometrici]] nel calcolo e, in parte, quello delle [[tangente (geometria)|tangenti]].<ref>[http://www.biographybase.com/biography/Al_Batani.html http://www.biographybase.com/biography/Al_Batani.html]</ref><br/>
Calcolò inoltre i valori della [[precessione degli equinozi]] (54,5" per anno, o 1° in 66 anni) e l'obliquità dell'[[eclittica]] (23° 35'). Usò nelle sue Tavole un metro uniforme per la precessione, preferendo non adottare la teoria della [[trepidazione]], attribuita al suo collega [[Thābit ibn Qurra]].

Al-Battānī produsse un gran numero di relazioni trigonometriche:

::<math>\tan a = \frac{\sin a}{\cos a}</math>

::<math>\sec a = \sqrt{1 + \tan^2 a }</math>

Egli risolse anche l'equazione sin''x'' = ''a'' cos''x'' scoprendo la formula:

::<math>\sin x = \frac{a}{\sqrt{1 + a^2}}</math>

Inoltre, il matematico siro utilizzò l'idea di [[Tangente (geometria)|tangente]] di [[Habash al-Hasib al-Marwazi|al-Marwāzī]] al fine di sviluppare equazioni per il calcolo delle tangenti e delle [[cotangente|cotangenti]], compilando diverse tavole su di esse.

== Opere ==
L'[[Lingua araba|arabo]] fu la sua [[L2|seconda lingua]], che usò per scrivere tutte le sue opere.

Il suo trattato principale è il ''Kitāb al-[[Zij|zīğ]] al-ṣābiʾ'' ({{Arabo|كتاب الزيج ﺍﻟصابیء}}, il "Libro delle tavole astronomiche [[Sabei (Harran)|sabee"]]), tradotto per la prima volta in [[Lingua latina|latino]] nel [[1116]] da [[Platone di Tivoli]] (latinizzato in ''Plato Tiburtinus'') con il titolo ''De motu stellarum'', che ebbe notevole influenza sull'astronomia europea.<br />
Fu nuovamente tradotto in tre volumi, tra il 1899 e il 1907, sempre in latino, dall'ancor giovane [[Arabistica|arabista]] [[Carlo Alfonso Nallino]], sotto il titolo ''Al-Battānī sive Albatenii Opus Astronomicum. Ad fidem codicis escurialensis arabice editum'', dall'[[hapax]] dell'Escurial madrileno, dopo essere stato emendato dai vari errori matematici introdotti dall'inaccuratezza dei copisti [[maghreb]]ini e [[al-Andalus|andalusi]].<ref>Come dimostrato da [[Carlo Alfonso Nallino]] al § 1, p. V, del II volume della sua edizione. Vale la pena di ricordare che lo studioso torinese, per procedere con esattezza, aveva regolarmente frequentato nell'Università di Napoli i corsi di "Astronomia" e di "Calcolo infinitesimale" nella Facoltà di Matematica.</ref> 
* {{Cita libro|titolo=De scientia stellarum|volume=|editore=Vittorio Benacci, eredi|città=Bologna|anno=1645|lingua=la|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=4783627}}

== Note ==
<references/>

== Bibliografia ==
* {{la}}[[Carlo Alfonso Nallino]], ''Al-Battānī sive Albatenii Opus Astronomicum. Ad fidem codicis escurialensis arabice editum'', Milano, U. Hoepli, 1899-1907, 412 + 450 + 288 pp. (edizione condotta sul manoscritto arabo dell'[[Escurial]] di [[Madrid]]). Ristampa anastatica: I-III, Georg Olms Verlag e [La Finestra editrice] (Lavis 2002. ISBN 978-8888097-26-8)

== Voci correlate ==
* [[Scienziati e studiosi del mondo arabo-islamico]]

== Altri progetti ==
{{interprogetto}}

== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{la}}[[Carlo Alfonso Nallino]], ''Al-Battānī sive Albatenii Opus Astronomicum. Ad fidem codicis escurialensis arabice editum'', Roma, Milano, 1899-1907, 412 + 450 + 288 pp. (edizione condotta sul manoscritto arabo dell'[[Escurial]] di [[Madrid]]). 

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[[Categoria:Astronomi arabi]]